“Comandi Signor Capitano”, inizio così la mia telefonata. I volti e i ricordi: il tempo a volte li cambia e li sbiadisce: stavolta no. Conosciamo persone, le frequentiamo per pochi giorni e ci restano “scolpite” positivamente per sempre, anche dopo decenni. Altre ci “accompagnano” magari per anni nella scuola, nello sport, nella vita e dopo poche settimane il ricordo scompare: frequentazioni nulle o al massimo neutre. E allora niente, dopo 40 anni chiamo il “mio” Capitano, il Signor Capitano. E il tempo non sembra passato: era solo il 1982
Comandi Signor Capitano: “Un capitano, c’è solo un capitano”
Facciamo un piccolo passo indietro, solo 40 anni fa. Settembre 1982, a Vibo Valentia nella Caserma Andrea Campagna. Circa 240 allievi agenti ausiliari della Polizia di Stato iniziano il periodo di addestramento del 4 Corso, durerà tre mesi. E non sarà una passeggiata, credetemi. Ma a volte le passeggiate non sono piacevoli: a volte le cose serie, impegnative e a tratti dure lo sono! Strano!
Dal settembre 1981 era infatti possibile, previa selezione, per i diplomati di svolgere il servizio di Leva nella PS, come già previsto da anni nell’Arma dei Carabinieri.
Questo a cavallo della riforma della P.S.. Alla fine del 1981 il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza andrà a perdere l’ordinamento militare riformandosi nella attuale Polizia di Stato, ad ordinamento civile.
Per i “novelli” agenti ausiliari il periodo di servizio coincide con una fase di passaggio, dove abitudini e metodologie di comando dei “superiori” sono dettati da una formazione “militare”. E anche il personale in servizio, sottufficiali e agenti (la truppa), ha spesso degli standard di “dedizione” al servizio particolari.
I nostri Ausiliari riscontreranno (e soffriranno) in parte tale situazione al reparto di assegnazione: il Reparto Mobile ex Celere. Reparto che per la sua organizzazione, struttura e ruolo aveva sicuramente una propria connotazione “militare”, magari anche soltanto psicologicamente. Serviranno alcuni anni perchè la riforma prenda veramente campo anche nelle gerarchie dei Reparti e nelle relative Caserme.
Si, ma a Vibo Valentia, alla Scuola, le cose come sono andate?
Signor Capitano: appellativo “non scontato” e magari non dovuto
“Io sono il sergente maggiore Hartman, vostro capo istruttore. Da questo momento potete parlare solo quando vi sarà richiesto, e la prima e l’ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà Signore. Tutto chiaro, luridissimi vermi?”
Questa lezione di bon ton militare impartita dall’indimenticabile sottufficiale inquadratore di Full metal Jacket rende in parte l’idea di quanto un certo comportamento comportamento stia a cuore ai militari, anche se a volte non dovuto dalle norme e dai regolamenti.
Il regolamento di disciplina militare, come quello della allora Pubblica Sicurezza, non prevede l’utilizzo del Signor prima del grado. Forse la maggior parte dei militari in Italia ancora lo utilizza quando interloquisce con gli Ufficiali. Ma sicuramente era utilizzato negli inizi anni ’80 nelle Caserme e Scuole della neocostituita Polizia di Stato.
Utilizzato sicuramente ma meritato? Forse poche volte si e tante .. !
Il sergente maggiore Hartman si era meritato di essere chiamato Signore? Non ricordo bene il film, ma ricordando il suo approccio direi proprio di no.
Gli ufficiali che i nostri agenti ausiliari hanno incontrato prima alla Scuola e poi al Reparto di assegnazione meritavano tale appellativo?
Disciplina, impegno, rispetto: le regole in essere a Vibo Valentia
Tre mesi di scuola a Vibo Valentia, un corso non formale ma reale per diventare Agenti di Polizia. Non fatevi ingannare dalla definizione di Agente Ausiliario di Leva, In realtà in nostri diplomati verranno inquadrati, formati e utilizzati come gli Agenti Effettivi della Polizia di Stato. La legge che ne aveva previsto l’arruolamento e la selezione non prevedeva nessuna distinzione di qualifica tra le due “carriere” se non retributiva.
Se vuoi leggi anche alcuni altri ricordi ….. Nel 1982 “ho marciato” con Andrea Campagna a Vibo Valentia. Eravamo tanti
Una volta assegnati al Reparto Mobile di destinazione gli impegni e compiti saranno uguali senza distinzione di arruolamento (leva ed effettivi) e, nell’anno 1983 impegnativi. Come nel 1984, anno in cui era eventualmente possibile, per i ragazzi del IV Corso raffermarsi, in attesa eventualmente di fare un nuovo corso e passare nel ruolo agenti effettivi.
Tre mesi di addestramento e ovviamente di convivenza forzata, durante la Scuola. Disciplina, rispetto delle persone, dei ruoli e degli orari. Una regola che valeva per tutti: dal comandante della Scuola colonnello Ivo Blasco, al comandante del mio Nucleo, capitano Cosimo Maruccia, ai vari sottufficiali e agenti che facevano da corpo istruttore. Ne saluto e ricordo uno per salutarli tutti: il brigadiere Carmelo Zampaglione.
Il rispetto delle regole, l’imparzialità e l’impegno: niente da dire, un valore aggiunto per la Scuola che ha formato gli ausiliari in Agenti e Uomini. Entrati senza una idea chiara per il proprio futuro e con un carattere ancora da finire da forma, nei mesi di Vibo Valentia hanno trovato la forza di superare sfide immediate e anche future. Sfide che negli anni successivi ne porteranno tanti a restare e fare carriera nella Polizia di Stato e gli altri a iniziare attività lavorative fuori. Tutti con impegno e successo.
Grazie Signor colonnello Ivo Blasco, grazie Signor capitano Cosimo Maruccia. Un diritto all’appellativo Signor meritato sul campo.
Fate attenzione la fuori! Arriva l’operatività al Reparto Mobile
“Fai attenzione la fuori Armando”, mi saluta in questo modo un istruttore quando con i miei compagni toscani sto per lasciare la Caserma Andrea Campagna per l’assegnazione all’8^ Reparto Mobile a Firenze.
Non mi ha mai dato del tu in tre mesi, distaccato e a volte severo. Vedo, mentre ci saluta, che ha le lacrime agli occhi. Prima di essere assegnato come istruttore ha prestato servizio in vari commissariati e reparti. Ne avrà viste viste sicuramente tante e si immagina quali saranno i nostri impegni operativi. Tutto il personale distaccato alla Scuola di Polizia di Vibo Valentia aveva una significativa esperienza operativa. Dalle attività di contrasto alla criminalità organizzata e delinquenza comune, a quelle ugualmente pericolose, come il controllo a largo raggio sul territorio. Una preparazione sviluppata principalmente sul campo, con le esperienze condivise con gli allievi agenti ausiliari. Ovviamente soltanto nei momenti, pochi, di relax. L’addestramento era la priorità.
“Fai attenzione la fuori Armando”, e la fuori ne abbiamo viste veramente tante! Vigilanza esterna ad un carcere di massima sicurezza che ospitava terroristi assassini, all’aula bunker del relativo processo e alle abitazioni dei magistrati.
Ma anche due rapimenti con dure settimane di rastrellamenti, posti di blocco e perquisizioni. Spesso su mezzi fuoristrada in territori boschivi come quelli, ad esempio, della Garfagnana. Vigilanza esterna a una base esercito USA, potenziale obbiettivo terroristico. Controllo del territorio e rafforzamento dei servizi operativi di commissariati, questure, compartimenti Polfer e Polizia Stradale della Toscana.
Il tutto con turni di 8 ore, salvo straordinari. Turni ovviamente completi nell’arco della giornata, a seconda della necessità. Anche festivi e notturni. Armati della pistola di ordinanza e, a seconda del tipo di servizio, mitraglietta M12, giubbetto antiproiettile, manganello e lacrimogeni.
A bordo e guidando a seconda del caso Campagnola a passo lungo anche in fuoristrada, furgoni da trasporto personale e mezzi blindati. O vetture in servizio anche presso il 113 come l’Alfa Romeo Giulia 1600 e Alfasud. Mezzi per i quali molti degli agenti ausiliari erano stati preparati per il servizio operativo a Vibo Valentia, anche in una pista per la guida veloce. Conseguendo tra le abilitazioni anche la patente C e mettendo in pratica gli insegnamenti durante il servizio.
E poi tanto calcio ad alto livello: come spettacolo e come ….. impegno. Dalle partite di Serie A alla finale di Coppa Campioni Roma – Liverpool. I piccoli grandi attriti che abbiamo “vissuto” con le tifoserie sono stati tutto, ma non esattamente sicuramente sportivi ….
Comandi Signor Capitano! Sembra ieri e sono passati 40 anni
Dopo il 1982 ho incontrato solo una volta, per pochi minuti il Capitano Maruccia, un veloce saluto e un atteggiamento di disponibilità per gli altri che mi confermano come non sia cambiato negli anni. E ne erano passati tanti!
Lo chiamo ancora Capitano ma in realtà ha fatto negli anni una brillante carriera, con i relativi avanzamenti di grado. Prima di godersi la meritata pensione e i nuovi allievi: i nipotini. Una carriera ricca di prestigiosi incarichi che per serietà, preparazione e dedizione si è meritati. E in particolare per il rispetto verso i sottoposti, come gli allievi Agenti Ausiliari.
La telefonata termina dopo 20 minuti e termina anche il mio racconto. Ma sicuramente avremo altro da raccontarci: sicuramente io da scrivere. E spero voi di leggere.
Comandi Signor Capitano! E mi permetta, Grazie Cosimo.
Comandi Signor Capitano! Sembra ieri e sono passati 40 anni