Masterchef 5 – Francesco Amato: la pappa al pomodoro? Magari con la ricetta di Rubina!

Quattro chiacchiere con Francesco Amato, concorrente alla 5 edizione di MasterChef Italia.

Pistoia, 21 gennaio 2016. MasterChef Italia 5 è arrivato piano piano alla sesta puntata, lasciando per strada via via i concorrenti eliminati dai giudici Cracco, Barbieri, Bastianich e dal nuovo arrivato  Cannavacciuolo.

Questa edizione del talent show culinario è composta da 24 episodi, ne vengono trasmessi due per puntata dal 17 dicembre 2015 su Sky Uno: di solito il giovedì.  Ha un suo appuntamento giornaliero sempre su Sky Uno, ovvero MasterChef Magazine.

Le selezioni erano iniziate nel febbraio 2015 per arrivare ai 20 concorrenti che hanno indossato i grembiuli.

Oggi parliamo con Francesco Amato, 48 anni di Mestre, ma con un profondo legame con la Toscana. Francesco, come tanti alla sua età, è alla ricerca di una “rivalsa”. Stimoli diversi per una diversa identità lavorativa e personale.  Riesce a attirare molte simpatie in quegli spettatori spettatori che si identificano nella sua cucina “non esagerata”  e nei toni pacati, ma che piano piano hanno  lasciano intravedere un carattere determinato.

Durante la quarta puntata realizza il miglior piatto all’ invention test, “indicativo imperfetto”.  Una errata strategia condiziona forse  il suo pressure test dopo la prova in esterna e deve lasciare la brigata.

#Ciao, Francesco. Perché hai deciso di partecipare a MasterChef e come ti sei preparato?

Ho sempre seguito MasterChef Italia, fin dalla prima edizione, e ho sempre pensato di avere tutte le carte in regola per partecipare a questo tipo di competizione. I miei figli in particolare mi hanno sempre incitato perché provassi ad iscrivermi alle selezioni. Quest’anno poi le circostanze mi hanno indotto a decidere che fosse giunto il momento di mollare tutto e correre finalmente dietro alla mia grande passione, la cucina. E quale “acceleratore” migliore di MasterChef? Così ho inviato la domanda e da lì è nato tutto…

#La selezione: come preparare al meglio il proprio piatto per conquistare i Giudici?

Ho valutato che dovesse essere un piatto sufficientemente scenografico, ma senza esagerare, naturalmente un piatto decisamente buono, che dimostrasse una qualche abilità tecnica nella preparazione, e che possibilmente potesse resistere ad una discreta attesa dal momento del confezionamento fino al momento dell’assaggio.

Per intendersi, una prima ipotesi che avevo vagliato era un risotto, ma poi lo esclusi proprio temendo che dovesse attendere troppo tempo prima di essere assaggiato, rovinandosi così irrimediabilmente. Credo che la mia scelta (la millefoglie di astice con pesto di basilico) sia stata rispondente a tutte le caratteristiche che ho ritenuto di considerare.

#Rispetto ad altri concorrenti hai, forse, un profilo social piu’ basso: riservatezza o strategia?

Effettivamente di carattere tendo ad essere piuttosto riservato, non amo troppo manifestare coram populo i miei sentimenti.

Però devo dire che l’esperienza di MasterChef, stando sempre sotto l’occhio di una telecamera, sempre osservato e ascoltato in tutto quello che facevo e che dicevo, mi ha decisamente fatto superare quella mia inclinazione alla riservatezza.

Pertanto se il mio profilo social ora che sono in qualche maniera “personaggio pubblico” è meno frequentato di quello degli altri miei colleghi concorrenti probabilmente dipende dal fatto che loro hanno più appeal di me.

#Il tuo rapporto con la cucina Toscana: quali sono i tuoi piatti?

Io sono toscano di nascita, sono nato infatti a Grosseto. E nonostante sia venuto a vivere a Mestre da bambino piccolino, mi sono sempre sentito in qualche maniera appartenente alla mia terra di origine.

Abbiamo ancora una casa in Maremma e quasi ogni anno trascorro lì le vacanze estive. In più sono un grande appassionato di vini e apprezzo particolarmente i vini toscani, ai quali solitamente accompagno piatti della tradizione toscana. Adoro preparare (e mangiare) la minestra di ceci col pomodoro e il rosmarino, il cinghiale alla cacciatora, i tortelli maremmani col ragù di cinghiale, la ribollita, l’acqua cotta, i crostini col fegato….

Il piatto che più amo, che sento mi rappresenta, e che non perdo occasione di preparare è però sicuramente la pappa al pomodoro.

#Allora se nella mystery box ti metto pomodoro e del pane raffermo?

Beh, naturalmente preparo la Pappa al Pomodoro!!!

Magari, rubando un po’ una ricetta alla mia carissima amica Rubina, tempo a disposizione permettendo, potrei fare dei tortelli ripieni di pappa al pomodoro conditi magari con una salsina leggera alle alici fresche.

 

Per oggi grazie Francesco, la prossima volta magari ci racconti qualche tua ricetta e, magari, cuciniamo insieme. Ovviamente chiederemo a Rubina i segreti della Pappa.